Perchè ci accade di non riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci si era proposti?

Prendere una decisione, avere un obiettivo e predisporre azioni per raggiungerlo.
puntare ad un obiettivo per raggiungerlo
Sembra abbastanza semplice e lineare, quasi ovvio. Ma lungo il percorso sembra quasi che l’obiettivo si allontani, invece che avvicinarsi. Le nostre azioni sembrano inutili, o addirittura controproducenti.
Perché accade che l’obiettivo non si possa raggiungere nonostante i nostri sforzi? Perché lungo il percorso verso il suo raggiungimento lo si lascia perdere, o ci si perde?
Perchè ci sembra di non poter mai raggiungere gli obiettivi prefissati?
E’ opportuno chiedersi sempre quali siano le motivazioni che stanno dietro la scelta di un obiettivo.
Le motivazioni che generano le nostre azioni sono soddisfazioni di nostri bisogni.

Ci chiediamo se i bisogni che vogliamo appagare e le conseguenti motivazioni all’azione sono davvero nostri? Ci appartengono veramente? Ci muoviamo per raggiungere quello che noi vogliamo veramente?
A volte, anzi spesso, non prendiamo neanche in considerazione certe nostre motivazioni o bisogni profondi, perché siamo sicuri che sarebbero ritenuti stupidi dagli altri. Ma cosa sono più importanti, i nostri veri bisogni, o quelli che la società ritiene opportuno che si abbiano? Per che cosa vale la pena agire, soffrire, combattere?
Forse, se le motivazioni non sono realmente nostre, alla prima difficoltà abbandoniamo l’obiettivo.

Cominciamo col chiederci:
– Quali sono i miei reali bisogni?
– Se raggiungo questo scopo quali dei miei veri bisogni avrò appagato? Sarò veramente felice?
– C’è un altro modo in cui posso appagare i miei stessi bisogni senza intraprendere una strada difficile e piena di rinunce?

Dal canto mio ho vissuto fino a pochi anni fa pensando che nessuno si fosse mai occupato dei miei veri bisogni. Era come se nessuno li avesse mai visti. Dal momento in cui io stessa ne ho avuto coscienza ho realizzato che era compito solo mio prendermene cura e che avrei dovuto difenderli come mio nucleo principale.
Noi siamo il risultato di quello che vogliamo essere.

Chiediamoci ancora:
– Che tipo di uomo o di donna voglio veramente essere? Quante difficoltà sono disposto/a ad affrontare per diventare quello che voglio essere?
– Quali sono le motivazioni alle azioni suggerite dalla società attuale?

Denaro, successo, fama, potere, sesso.
Si, ma tutto sommato, queste non sono cose che ognuno di noi si sente di disprezzare. Mi piacerebbe avere denaro, successo, fama, potere e sesso.
Ad un certo punto può sembrare che le nostre azioni tendano verso questi stessi scopi e per ottenere gli stessi risultati, quindi dove sta la differenza? O la fregatura, direi?
Nelle motivazioni dietro le azioni. Nei reali bisogni da soddisfare. Tu puoi volere gli stessi risultati ma le motivazioni alla base sono diverse. Per fare un esempio per soddisfare un bisogno di riconoscimento scrivi un libro. Può diventare un affare redditizio e darti da vivere, ma lo scopo per cui hai scritto il libro non era venderlo e guadagnarti da vivere ma essere riconosciuto per quello che sei realmente.
Se non ti rende ricco e famoso, poco male, ma l’importante è che ti senti riconosciuto come scrittore.
La società ti può spingere a perseguire certi valori, ma alla fine tu solo sei lasciato da solo con le tue insoddisfazioni. E tu solo, nella tua solitudine del tuo io, devi decidere cosa è realmente importante per te. Cos’è che, se non lo raggiungi, ti fa sentire veramente sbagliato? Cos’è che per te vale la pena di lottare per ottenerlo?
Abbiamo paura che lasciando spazio ai nostri egoismi restiamo sopraffatti dai nostri peggiori istinti animaleschi, pulsioni e passioni che ci portano verso la distruzione e le brutte azioni verso il prossimo.
Proviamo ad avere fiducia in noi stessi: Siamo davvero così crudeli? Davvero pensiamo che nel nostro profondo desideriamo il male per noi e per gli altri?
Credo che siamo capaci di distinguere cosa sia dannoso per sé e per gli altri, e comunque è fondamentale pensare e fermamente desiderare di nutrire solo il bene.
Con questa premessa, a volte si può ricevere l’approvazione degli altri, riguardo alle proprie scelte, a volte non si riceve. Questa mancanza di approvazione non ci da la certezza che siano sbagliate. Non abbandoniamole subito pieni di vergogna, solo perché non hanno ricevuto l’approvazione.
Purtroppo abbiamo una estrema facilità di pensare che se noi siamo diversi siamo sbagliati. Quello che per gli altri è successo, può non esserlo per noi. Il successo è poter essere quello che si è.
E possiamo dire di no. No ai condizionamenti, no alla falsità.
Quello a cui aspiro è la libertà.

Allora mi sono chiesta:
-Cosa c’è dietro questo mio blog, i libri, le magliette? Perché disegno le magliette e scrivo i libri, che forse nessuno comprerà o leggerà mai. Perché scrivo articoli di blog che forse nessuno leggerà mai, perché colleziono foto dei miei modelli?
La mia risposta è stata:
-soddisfare alcuni miei bisogni dell’infanzia apparentemente mai totalmente appagati:
riconoscimento di me come identità autonoma, pensante ed avente diritto alla diversità,
desiderio di comprendere meglio me stessa e il mondo
bisogno di verità su me stessa e i miei valori
senso di appartenenza: appartenere a qualcuno o qualcosa che davvero amo perché soddisfa i miei reali bisogni
amore e protezione
desiderio di mettermi in gioco e utilizzare nuovi mezzi di comunicazione
cercare l’anima gemella? Perché no……

In pratica…mi basterebbe avere da voi un feedback tipo
“hey girl le tue magliette non sono male, sai?”
“mi piaci come scrivi, sai?”
Grazie, sto immaginando che qualcuno me lo dica…

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