La piramide motivazionale di Maslow

La piramide motivazionale di Maslow

Abraham Maslow (1908-1970) scoprì che, come il comportamento e l’intelligenza, le motivazioni di un individuo sono assolutamente personali e risultano essere una combinazione delle proprie motivazioni naturali, connesse ai bisogni fisiologici e primari, e quelle connesse a bisogni appresi e relativi ad una certa cultura e stile di vita.
Ma che cosa è il Bisogno? E’ una necessità che deve essere soddisfatta a partire da uno stato di carenza. Il bisogno produce una pulsione, cioè una tensione per ridurre la quale è necessaria un’azione che ristabilisca l’equilibrio. Se uno non mangia per un po’ sentirà il bisogno di cibo, questo crea la pulsione della fame che è la motivazione all’azione della ricerca del cibo che ristabilisce la situazione di equilibrio precedente.
La spinta motivazionale dunque viene innescata ogni qual volta l’individuo avverte che il suo equilibrio interno è stato modificato, avverte cioè un bisogno.
Nel 1940 sviluppò il Modello della Piramide dei bisogni e delle motivazioni, ovvero una gerarchia dei bisogni umani. Il modello è noto come piramide motivazionale di Maslow.

5 gruppi di bisogni

Il modello di Maslow si basava su 5 bisogni o gruppi di bisogni:

1-Bisogni biologici e fisiologici, come bisogni di cibo, acqua, sesso, calore, sonno e aria

2-Bisogni di sicurezza: sicurezza fisica, ordine, legge, limiti, stabilità, protezione dagli elementi naturali, etc.
3-Bisogni di appartenenza: amore, famiglia, affetto, relazioni, amici, gruppo di lavoro, etc.
4-Bisogni di stima: autostima, realizzazione, indipendenza, status, prestigio, responsabilità, etc. in cui l’obiettivo è quello di essere percepito dalla comunità sociale come un membro valido, affidabile e degno di considerazione.
5-Bisogni di auto-realizzazione: crescita personale, autorealizzazione, realizzazione del potenziale personale, conoscenza etc.

Se pensiamo alla nostra vita in questo momento sicuramente possiamo facilmente relazionarci al modello di Maslow. Sicuramente ci troviamo al livello 4 o 5, anche se naturalmente abbiamo bisogno di tenere costante la soddisfazione dei livelli più bassi. Infatti, dice Maslow, solo se i bisogni dei livelli più bassi sono soddisfatti possiamo avvertire i bisogni dei livelli più alti. Per fare un esempio banale, se non abbiamo da mangiare o una casa dove vivere difficilmente potremo occuparci di imparare una lingua o uno strumento musicale per auto-realizzazione, anche se non è sempre così semplice. Nelle nostre moderne civiltà occidentali il problema della sopravvivenza è diventato oramai un acquisizione stabile e duratura, per cui sono i bisogni di più alto livello ad essere al centro dell’attenzione.

Innanzitutto chiediamoci se in ognuno dei livelli abbiamo delle mancanze o delle insoddisfazioni. Il fatto di avvertire maggiormente bisogni relativi ad un determinato livello non ci assicura di non avere altri bisogni in altri livelli. Anche se siamo al livello 4 o 5 abbiamo ancora bisogno di cibo e di relazioni sociali o di vivere in un quartiere sicuro.
Inoltre, se per una qualsiasi ragione, una pulsione non dovesse venire soddisfatta, essa rimarrà attiva nell’individuo, generando tensione e divenendo un elemento negativo a livello di dinamica intrapersonale ed interpersonale. Tutti i livelli della piramide di Maslow devono essere attenzionati per avere un giusto equilibrio.
Una sola azione può sottintendere diversi livelli di bisogni. Per fare un esempio, la ricerca di una casa è dettata da un bisogno biologico di base, la ricerca di una casa in un quartiere tranquillo è dettato dal bisogno di sicurezza, la ricerca di una casa comoda per una famiglia, con doppio bagno e stanze per ospiti è dettata dai bisogni sociali e la motivazione di avere una casa più grande e funzionale è l’auto-stima. Alla fine potremo sentire di non avere affatto bisogno di una casa più grande e questo nasce dai bisogni di auto-realizzazione.
La più piccola parte del triangolo, rappresentata dai bisogni di autorealizzazione non è certo la meno importante, ma solamente l’ultimo livello di motivazioni ad essere tradizionalmente raggiunto.
Per quello che riguarda i bisogni più alti degli individui essi tendono a variare molto nel tempo. Ogni persona compie un suo percorso di maturazione e sviluppo motivazionale all’interno del quale le mete e gli obiettivi di livello alto possono subire grandi modificazioni. Inoltre un successo tende spesso a essere dimenticato e, il vecchio obiettivo, tende a essere sostituito da uno più grande e ambizioso. Mentre i bisogni fondamentali per la sopravvivenza una volta soddisfatti tendono a non ripresentarsi, almeno per un periodo di tempo, i bisogni sociali e relazionali tendono a innescare nuove e più ambiziose mete da raggiungere.

Capire cosa significa per noi “successo”

Che cosa è il successo per noi? Sia che si parli di carriera, relazioni interpersonali, o qualunque altra sfera della nostra vita. Che cosa vogliamo veramente?
Il successo infatti è un concetto personale che ha un significato diverso per ognuno di noi, in relazione ai nostri propri bisogni del momento.
Del resto non si può non desiderare di avere successo, perché questo ci porta soddisfazione e senso di benessere e felicità. Infatti il successo non si misura in denaro o popolarità ma in soddisfazione personale. La felicità non ci proviene dai possessi materiali, quindi come prima cosa liberiamoci dalle pressioni della cultura consumista. Inoltre, cosa fondamentale, il vero successo non può prescindere dal bene, dall’amore e dalla condivisione. Liberiamoci dunque dall’idea che il successo sia prerogativa di persone arroganti e senza scrupoli. Ricordiamoci che ogni nostra azione deve essere etica, cioè rivolta al conseguimento del bene personale e collettivo.

Definito l’obiettivo, visualizziamo il nostro successo. Immaginiamo cioè di avere già raggiunto l’obiettivo.
Scegliamo un modello di una persona che ha raggiunto gli stessi risultati di quelli che noi vogliamo ottenere, e studiamone il comportamento. Capiamo quali sono le qualità di cui questa persona dispone che sono state indispensabili al raggiungimento dell’obiettivo, sia a livello comunicativo che professionale e di competenza, e cerchiamo di svilupparle in noi stessi. In pratica cominceremo ad agire come loro, pur restando perfettamente noi stessi. Sono solo le nostre competenze e qualità che si sviluppano.
Non dimentichiamo di essere sempre noi stessi, perché questa è l’unica vera garanzia di successo.

 

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