L’eugenetica, come allevare bene gli esseri umani

L’eugenetica dal greco eughenès: “ben nato”

Spieghiamo meglio cosa sia l’eugenetica o eugenica. Il termine indica un insieme di teorie e pratiche miranti a migliorare la qualità genetica di una certa popolazione (umana). Questo, tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi, o eugenici (genetica positiva) e la contemporanea rimozione di quelli negativi, o disgenici (genetica negativa).

Vengono seguite le tradizionali tecniche invalse nell’allevamento animale e in agricoltura basate sulla genetica proposta da Gregor Mendel, oltre a quelle rese attualmente o potenzialmente disponibili dalla biotecnologia moderna.

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Storia della eugenetica moderna

La storia moderna dell’eugenetica ha avuto inizio nei primi anni del XX secolo quando un movimento popolare eugenetico emerse nel Regno Unito. Subito dopo si diffuse in molti paesi tra cui gli Stati Uniti d’America e il Canada, oltre che nella maggior parte dei paesi europei.

Molti paesi adottarono politiche eugenetiche con l’intento di migliorare la qualità delle risorse genetiche delle loro popolazioni. Tali programmi compresero sia misure positive che negative. Con le positive si incoraggiavano gli individui ritenuti particolarmente idonei a riprodursi. Con le misure negative, come i divieti di matrimonio interrazziale, mescolanza razziale e sterilizzazione obbligatoria di persone ritenute inadatte alla riproduzione, si cercava di eliminare i  tratti ritenuti indesiderati.

Certamente il gruppo che detiene il potere politico in una determinata epoca, in questo caso i bianchi occidentali, determina i criteri di selezione. L’eugenetica naturalmente è  una violazione dei diritti umani fondamentali, i quali includono anche il diritto alla riproduzione.

Le persone ritenute “non idonee” a riprodursi spesso inclusero individui con disabilità mentali o fisiche, chi otteneva un basso risultato nei test del quoziente d’intelligenza, i criminali, i devianti e i membri di gruppi minoritari sfavoriti.

Nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, con la proclamazione universale dei diritti umani, molti paesi cominciarono gradualmente ad abbandonare le politiche eugenetiche. Alcuni paesi occidentali – tra cui gli Stati Uniti – continuarono a realizzare sterilizzazioni forzate fino a metà degli anni sessanta.

La nascita dell’eugenetica ad opera di Francis Galton

Negli anni sessanta dell’Ottocento, l’antropologo britannico Sir Francis Galton (cugino di Charles Darwin) sviluppò per primo l’idea del progetto moderno di miglioramento della popolazione umana. Questo sarebbe stato possibile tramite una comprensione statistica dell’ereditarietà e incoraggiata da un buon “allevamento”.

Infatti inizialmente l’idea rimase strettamente collegata al darwinismo e alla sua teoria della selezione naturale. Si teorizzò il miglioramento progressivo della razza secondo criteri analoghi a quelli dell’evoluzione biologica.

Galton credette che le qualità umane più desiderabili avessero dei tratti ereditari, anche se Darwin fu fortemente in disaccordo con questa elaborazione della sua teoria.

Galton invece sostenne con forza che fosse necessario un intervento delle istituzioni, mediante l’incrocio selettivo degli individui maggiormente adatti. Nel 1869 in Hereditary Genius (uno studio consacrato al genio dei grandi uomini britannici), concluse con la convinzione del carattere ereditario dei tratti del “genio”.

Nel 1883, un anno dopo la morte del cugino naturalista, Galton diede alla sua ricerca un nome preciso: eugenetica.

L’eugenetica si basò essenzialmente su un’ideologia di determinismo biologico in cui il carattere umano era dovuto interamente ai geni, non influenzabili quindi dall’educazione o dalle condizioni di vita.

Galton vs Spenser

Il filosofo britannico Herbert Spencer, rifacendosi all’evoluzionismo darwiniano, sostenne la necessità delle differenze sociali allo scopo di assecondare il naturale processo di selezione dei più adatti.

Il “galtonismo”, invece,  è una concezione conservatrice dell’evoluzione sociale. Si tratta pertanto di “forzare” la selezione naturale in “selezione artificiale” contro i presunti mali che compromettono gli individui e i gruppi (la “degenerazione“).

le qualità delle classi sociali sono trasmissibili per eredità

La rivoluzione industriale produsse un movimento verso l’urbanizzazione e la proletarizzazione delle popolazioni di più basso ceto sociale. La proliferazione disorganizzata delle classi lavoratrici fu causa di profonda preoccupazione per l’Élite dell’era vittoriana.

I problemi sociali e di salute che sembrarono tipici del proletariato (tubercolosi, sifilide, alcolismo)  si moltiplicarono nel Regno Unito. Non si capiva che la causa  erano le pessime condizioni in cui erano costretti a vivere e lavorare gli operai nelle fabbriche e nelle città o la loro ignoranza. Piuttosto apparvero come le manifestazioni di una contaminazione della specie umana di difetti congeniti prodotti dai segmenti più poveri della popolazione.

Per Galton le classi sociali possiedono qualità trasmissibili ereditariamente. La conservazione delle qualità di “buona stirpe” avrebbe dunque richiesto di evitare la commistione di sangue tra gruppi familiari diversi, che avrebbe potuto condurre solamente alla scomparsa dei caratteri migliori della razza umana.

Questa idea non era affatto nuova e non è del tutto scomparsa. La prima teoria eugenetica promuove esplicitamente un modello di uomo che corrisponde per l’appunto al gruppo sociale da cui proveniva Galton: l’élite della società britannica. Dalla loro prospettiva l’intera opera di civilizzazione, bloccando i meccanismi della selezione naturale, non poteva far altro che condurre alla rovina.

La critica al cristianesimo

In più, in particolare per la filosofa e scienziata francese Clémence Royer, la carità cristiana e i valori della solidarietà che hanno trovato un così ampio e fecondo sviluppo all’interno delle idee democratiche, non possono fare altro che portare alla degenerazione della razza umana.

I principi del darwinismo, anche se Darwin non ne sarebbe stato affatto contento, incendiarono molto alcune menti. Per esempio, l’antropologo francese razzista e antisemita Georges Vacher de Lapouge, intese sostituire la formula rivoluzionaria “libertà, uguaglianza, fraternità” con “determinismo, disuguaglianza, selezione”.

C’è un feroce anticristianesimo. Il Cristianesimo, con la sua ossessione per la protezione dei più deboli non può che condurre alla degenerazione della razza umana. Vacher de Lapouge riassume bene quest’idea, centrale per la prima eugenetica, quando afferma che “è la scienza che ci darà la nuova religione, la nuova moralità e la nuova politica“.

Se le regolamentazioni sociali vengono a perturbare il processo di selezione naturale, allora risulta necessario mettere in pratica l’eugenetica, che prende il posto della Natura, con misure selettive essenziali per l’evoluzione della specie umana, anche se non necessariamente ovunque con gli stessi mezzi.

L’eugenetica si basò, come la nascente genetica, sulla convinzione che le capacità e le attitudini umane sono determinate da tratti biologici trasmessi.

Eugenica e razzismo

Comunque, al momento della prima formulazione dell’eugenetica da parte di Galton, il lavoro svolto da Gregor Mendel non era ancora del tutto noto alla comunità scientifica. La conoscenza delle leggi dell’ereditarietà si fondava solo sull’esperienza pratica degli agricoltori nella scelta delle migliori varietà vegetali ed animali.

Nel 1869 Galton ritenne “del tutto possibile produrre una razza umana sovradotata attraverso matrimoni programmati durante diverse generazioni consecutive”

In quest’ambiente culturale, a cui si aggiungono le teorie di Malthus, è facile intuire come si rafforzi e si diffonda il razzismo.

Malthus e la preoccupazione per la crescita della popolazione

Thomas Malthus attribuisce principalmente alla pressione demografica la diffusione della povertà e della fame nel mondo. Nel Saggio sul principio della popolazione, scritto nel 1798, Malthus sostiene che la crescita demografica non è ricchezza per lo Stato. E mentre la crescita della popolazione è geometrica, quella dei mezzi di sussistenza è solo aritmetica.

Una tale diversa progressione condurrebbe a uno squilibrio tra risorse disponibili, in particolar modo quelle alimentari, e capacità di soddisfare una sempre maggiore crescita demografica. La produzione delle risorse non potrà sostenere la crescita della popolazione. Una sempre maggiore presenza di esseri umani produrrà  una sempre minore disponibilità di risorse sufficienti a sfamarli.

Tutto ciò può portare, secondo Malthus, a un progressivo immiserimento della popolazione.

Per prevenire tale povertà possono essere efficaci freni “preventivi” (ovvero freni che prevengono l’abnorme sviluppo demografico). Freni che pongano impedimenti morali alla riproduzione (come il posticipo dell’età matrimoniale e la castità prematrimoniale), oppure freni repressivi (come le guerre, carestie e epidemie).

Malthus considerava dannosa la politica assistenziale dell’Inghilterra nei confronti dei poveri: questa non faceva altro che aumentare lo sviluppo demografico, foriero di una dannosa sovrappopolazione.

il successo di galton e la sua eu-genetica

Fin dall’inizio, l’eugenetica galtoniana è impregnata del razzismo del suo promotore. I suoi pregiudizi iniziali vennero rafforzati dal viaggio compiuto in Sudafrica nel 1850.

Galton venne nominato cavaliere nel 1909 e l’anno seguente ricevette il prestigioso riconoscimento della Medaglia Copley da parte della Royal Society.  Fu il primo organizzatore di un movimento che divenne in brevissimo tempo internazionale. Nel 1912, a Londra, l’ex primo ministro del Regno Unito  Balfour pronunciò il discorso d’apertura e benvenuto della “Prima conferenza internazionale di eugenetica“.

Il razzismo e l’eugenetica spesso si mescolano negli argomenti degli eugenetici conservatori, soprattutto quando si affronta  la questione dell’immigrazione.

Galton, come molti dei suoi contemporanei, assunse il fatto di essere inglese come “condizione razziale” privilegiata. Questo pensiero, risalente ai primi anni cinquanta dell’Ottocento, non può essere stato influenzato dalle idee di Charles Darwin, pubblicate per la prima volta nel 1859.

continua su eugenetica e razzismo – dagli Usa al Terzo Reich

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