Eugenetica e razzismo, dagli Usa al Terzo Reich

L’eugenetica legittima il razzismo

L’eugenetica può essere considerata a tutti gli effetti come una “ideologia scientifica“. Secondo il filosofo Georges Canguilhem, essa si basa sulla scienza stabilita che utilizza il suo prestigio acquisito per legittimare un certo progetto politico, in questo caso il progetto razziale.

La scienza non sempre è semplice “conoscenza”. E non sempre è esatta. E’ uno strumento pericoloso quando si mette al servizio della politica e della filosofia.

Nell’Ottocento e nei primi del Novecento si cominciarono a presentare i primi seri problemi sociali ed economici dovuti al sovraffollamento e all’immigrazione.

All’inizio del XX secolo i primi strumenti statistici misero in risalto le differenze dei tassi di fecondità tra i popoli di “razza nordica” e i recenti migranti provenienti dall’Europa orientale. La paura nei confronti della fecondità delle classi popolari si accompagnava a preoccupazioni circa gli immigrati cattolici irlandesi, ebrei-polacchi, russi e finanche tedeschi meridionali. E alimentava un antisemitismo sempre latente.

Immigrazione e razzismo

Nell’America del Nord, la preoccupazione per l’immigrazione e la sovrappopolazione risultò essere ancora più forte e condusse ad una severa limitazione dell’immigrazione, soprattutto contro polacchi, russi, ebrei Askhenaziti, ungheresi e italiani. Gli eugenetici si trovarono in prima linea nella lotta per ottenere legislazioni fortemente anti-immigrazione, anche per difendere la purezza della razza.

Il francese  Charles Richetpremio Nobel per la medicina nel 1913, scrive parlando dei neri: «Di fronte a noi questi fratelli inferiori sono dei barbari e d’altra parte, dal punto di vista anatomico, essi si accostano molto più alle scimmie di noi sia per il cervello che per lo scheletro che per gli stessi costumi. La psicologia dei negri è infantile ed essi sono quasi incapaci di manifestazioni artistiche e scientifiche. Essi sono certamente degli uomini e di conseguenza meritano il rispetto e la nostra solidarietà. Ma questi sentimenti non debbono spingerci fino a permettere delle unioni profane che avvilirebbero la nostra razza bianca superiore».

E ancora:“ quando si tratta di razza gialla e, a maggior ragione, della razza nera, per poter preservare e, soprattutto, per aumentare la nostra forza mentale, si dovrà praticare non la selezione individuale – come accade con i nostri fratelli bianchi – ma la selezione specifica, eliminando risolutamente qualsiasi mescolanza razziale con le razze inferiori“.

Risulta pertanto essere necessario che una qualche autorità porti “all’eliminazione delle razze inferiori e di tutti gli anormali“.

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Le leggi per difendere la razza

L’avvocato statunitense Madison Grant sosteneva che gli Stati Uniti, in particolare i nordici di questo paese, erano geneticamente in pericolo a causa degli immigrati bassi di statura, scuri di pelle ed economicamente poveri, che arrivavano in quantità enormi dall’Europa dell’Est e del Sud. Quindi l’unico modo per salvare gli Usa era mettere in vigore delle leggi per sterilizzarli e limitarne l’accesso. Propugnò l’eliminazione dei deboli o disadatti, “iniziando sempre con criminali, malati e folli, passando poi gradualmente ai… tipi razziali inferiori”

Nel corso degli anni venti e trenta la politica eugenetica di sterilizzazione obbligatoria di alcuni pazienti mentali venne implementata anche in altri paesi tra cui il Belgio, il Brasile, il Canada, il Giappone e finanche la Svezia.

Molti paesi adottarono diverse politiche eugenetiche, tra cui la contraccezione obbligatoria, divieto del matrimonio interrazziale, sterilizzazione obbligatoria, ospedalizzazione dei malati mentali nei manicomi e divieto ai matti di sposarsi e loro sterilizzazione,  aborto forzato e gravidanza forzata, in  ultima analisi culminando con un vero e proprio genocidio.

Negli Stati Uniti ad essere sterilizzati furono per lo più coloro che venivano dichiarati deboli di mente, pazzi, idioti, imbecilli, criminali-nati o, addirittura, affetti da epilessia, persone moralmente degenerate o sessualmente pervertite.

La Corte suprema degli Stati Uniti d’America abrogò tali legislazioni solamente nel 1967, dichiarando incostituzionali le leggi contro la mescolanza razziale.

Oppositori al progetto razziale

C’erano anche parecchi negli stessi Stati Uniti e in Gran Bretagna che erano molto critici nei confronti del movimento eugenetico in rapida ascesa. La Chiesa cattolica fu una fiera avversaria delle sterilizzazioni statali forzate.

Papa Pio XI condannò esplicitamente le leggi di sterilizzazione: “i magistrati pubblici non hanno alcun potere diretto sui corpi dei loro soggetti, perciò, quando non c’è stato alcun crimine e non vi è alcuna causa per la grave condanna, non possono mai danneggiare o alterare l’integrità del corpo, né per un qualche motivo eugenetico o per qualsiasi altra ragione“.

Finanziatori del progetto eugenetico

L’eugenetica sarebbe rimasta solo filosofia se non avesse ricevuto donazioni da facoltosi imprenditori filantropi, e precisamente dalla Carnegie Institution, dalla Rockfeller Foundation e dal re delle ferrovie E. H. Harriman.

Furono loro a sostenere i più stimati scienziati d’America, riveriti in università prestigiose quali quelle di Stanford, Yale, Harvard e Princeton. Questi accademici  sposarono la teoria della razza simulando e interpretando i dati in funzione degli scopi razzisti dell’eugenetica.

La Rockefeller Foundation contribuì finanziariamente anche al programma eugenetico tedesco, compreso quello sul quale lavorò il famigerato Dott. Josef Mengele prima di andare ad Auschwitz. Josef Mengele è noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica che svolse nel campo di concentramento di Auschwitz, usando i deportati come cavie umane, soprattutto i bambini.

California centro del movimento eugenetico

Ancora una volta il piano era quello di liquidare le capacità riproduttive di coloro ritenuti deboli e inferiori,  i cosiddetti “non idonei”.

Tra l’altro l’idea delle camere a gas per sterminare gli inadatti non fu un’idea totalmente di Adolf Hitler. Nacque alcuni anni prima in California.

La California era considerata l’epicentro del movimento eugenetico americano.

Nel 1911, uno studio finanziato dal prestigioso Carnegie Institute, delineava diciotto possibili “soluzioni” al problema della prevenzione dell’”inquinamento genetico” ai danni della popolazione bianca americana, tra cui l’eutanasia, la sterilizzazione forzata e l’isolamento geografico.

Il metodo più comunemente suggerito per l’eugenicidio in America era una “camera letale” o una camera a gas pubblica gestita localmente. Le camere a gas locali hanno goduto del sostegno di molti liberali, come Margaret Sanger di cui abbiamo parlato prima.

L’avvocato per i diritti civili Clarence Darrow, affermò che per alcuni era solo “dare il cloroformio ai bambini inadatti… e mostrare loro la stessa misericordia che viene mostrata alle bestie che non sono più adatte a vivere”.

William J. Robinson, un urologo di New York e principale autorità in materia di controllo delle nascite, eugenetica e matrimonio, scrisse che la soluzione migliore sarebbe per la società “cloroformizzare delicatamentei figli dei non idonei o “dare loro una dose di cianuro di potassio“.

Eugenetica applicata di Paul Popenoe

Anche Paul Popenoe, il leader del potente movimento eugenetico della California, approvava la camera letale e nel suo popolare libro di testo universitario “Eugenetica applicata“, pubblicato nel 1918, afferma che: “Da un punto di vista storico, il primo metodo che si presenta è l’esecuzione …Il suo valore nel mantenere lo standard della razza non dovrebbe essere sottovalutato.

Dedicò anche un capitolo alla “Selezione Letale”, che assicurava la distruzione dell’individuo tramite condizioni ambientali sfavorevoli, quali il freddo eccessivo, le infezioni batteriche, ecc.

Anche se questi programmi non arrivarono ad essere legalizzati, molti medici e istituzioni di salute mentale praticarono di propria iniziativa soluzioni letali improvvisate.

L’eugenetica nel Terzo Reich

Alla luce di tutte queste premesse ideologiche che imperavano in tutto l’Occidente il progetto nazista di eliminare le razze inferiori non ci sembra più così “assurdo”.

Nel senso che ci hanno fatto credere che Hitler e i Nazisti fossero dei pazzi venuti chissà da quale mondo.

Altro non furono che la naturale conclusione di folli idee circolanti in tutto il mondo. E soprattutto tra i ricconi degli Stati Uniti.

In Germania, la medicina introduce la concezione razzista nella sua qualità di “igiene razziale” (termine coniato dal dottor Alfred Ploetz). In un primo momento Ploetz non era particolarmente critico nei confronti degli ebrei.  Successivamente ritenne che le loro caratteristiche mentali avrebbero influenzato negativamente gli ariani introducendo l’individualismo e la mancanza di amore per i militari e la nazione, e perciò  favorì la loro persecuzione.

Anche i brutti dovevano essere eliminati. L’ebreo, per sua intima natura, era considerato principalmente brutto. Infatti, sempre in California, era nata l’idea che la razza da portare avanti presentasse anche dei caratteri fisici considerati puri e adatti. Essere alti e belli, capelli biondi e occhi azzurri, quella che poi sarebbe diventata tristemente conosciuta come “razza ariana”.

Dagli Stati Uniti alla Germania

Per l’esattezza, gli eugenetici americani trapiantarono l’eugenetica in Germania . Lo stesso Hitler studiò le leggi dell’eugenetica americana.

Infatti nel “Mein Kampf, pubblicato nel 1924, Hitler citava con grande ammirazione l’ideologia eugenetica americana.

Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale ci fu il processo di Norimberga ai capi nazisti per crimini di guerra. Questi giustificarono le massicce sterilizzazioni (oltre 450.000 in meno di un decennio) citando gli Stati Uniti come loro fonte d’ispirazione. Si stupivano perfino di essere accusati dagli stessi americani che essi avevano pensato di superare in bravura.

Politiche eugenetiche naziste

Durante gli anni trenta e quaranta il regime nazista utilizzò la sterilizzazione obbligatoria su centinaia di migliaia di persone considerate essere dei malati mentali. Mise in pratica le idee americane, facendo assassinare in camera a gas installate negli ospedali psichiatrici decine di migliaia di disabili istituzionalizzati attraverso programmi obbligatori di eutanasia (il famigerato programma Aktion T4).

I Nazisti implementarono inoltre tutta una serie di politiche eugenetiche positive, attribuendo premi a tutte quelle donne ariane che avessero avuto il maggior numero possibile di figli, incoraggiando anche un servizio in cui le donne rimaste nubili – ma di pura “razza ariana” – avrebbero lo stesso potuto offrire allo Stato dei bambini illegittimi. Ma durante il processo di Norimberga, con le prove raccolte all’epoca, non si dimostrò che ufficiali delle SS avessero messo incinte queste donne per il progetto Lebensborn.

Insomma i Tedeschi riuscirono a compiere ciò che gli statunitensi sognavano.

L’eugenetica negli altri stati del mondo

La maggior parte dei paesi che seguivano il protestantesimo rimasero coinvolti da questa ondata eugenetica, con la notevole eccezione della Gran Bretagna. Sorprendentemente, il governo non legalizzò mai i programmi di sterilizzazione. Alcune volte vennero lo stesso eseguiti in privato per i malati mentali da parte di medici favorevoli alla diffusione di un piano eugenetico. I programmi di sterilizzazione trovarono l’opposizione da parte dei cattolici e del Partito Laburista. Ancora più sorprendente, tra i sostenitori dell’eugenetica in Gran Bretagna c’era proprio il futuro Primo Ministro del Regno Unito Winston Churchill .

In America, il celebre biologo Julian Huxley era anch’esso un eugenetico. Il che ci riporta a parlare di questa misteriosa e potente famiglia Huxley di cui faceva parte lo scrittore Aldous Huxley. E già che nel suo geniale libro il Mondo nuovo ci parla esattamente di un progetto eugenetico, oltre che di utilizzo della droga per il controllo delle masse.

Foto di WikiImages da Pixabay

 

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Fonti:

usa madre del nazismo

camere letali

piani eugenetici

 

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