La teoria dei quanti si può applicare alla psicologia

Universi paralleli, interpretazione a molti mondi, fisica quantistica, multiverso, teoria delle stringhe, interpretazione di Copenaghen. La nuova fisica viene incontro anche alla psicologia.

Dimensioni parallele

Il passaggio da una dimensione parallela all’altra è uno dei temi preferiti dalla fantascienza. Una realtà parallela infatti lascia infinite possibilità, poiché se nella nostra realtà certe cose si sono evolute in altre, in quella parallela potrebbe non essere successo così.

Un universo parallelo è un ipotetico universo separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso; nella maggioranza dei casi immaginati è identificabile con un altro continuum spazio-temporale. L’insieme di tutti gli eventuali universi paralleli è detto multiverso.

Il Multiverso di Everett

Il concetto di multiverso viene proposto in modo serio per la prima volta nella cosiddetta “interpretazione a molti mondi” della meccanica quantistica, proposta nel 1957 da Hugh Everett III  nella sua tesi di dottorato (The Many-Worlds Interpretation of Quantum Mechanics, abbreviata in MWI).

L’interpretazione a molti mondi è una teoria all’interno della fisica quantistica per cui ogni volta che ha luogo un evento casuale l’universo si divide tra le varie opzioni disponibili. Ogni versione separata dell’universo contiene un esito diverso di quell’evento. Secondo l’interpretazione a molti mondi l’universo può essere paragonato ad una serie di rami che fuoriescono contemporaneamente dallo stesso tronco di albero.

Universo a bolle

Andrej Linde propose la teoria dell’universo a bolle, che vede la formazione del nostro universo da una “bolla” del multiverso.  Universi derivanti dalla schiuma quantistica di un “universo genitore”.

Una teoria formulata dal fisico Alexander Vilenkin afferma che il multiverso è formato da tanti universi, ognuno dei quali si trova confinato in una bolla in inflazione eterna (cioè in costante espansione esponenziale), incluso il nostro.

 FISICA QUANTISTICA

La fisica quantistica è lo studio del comportamento della materia e dell’energia a livello molecolare, atomico, nucleare e delle particelle ancora più piccole. Già all’inizio del 20simo secolo infatti si era scoperto che le leggi che governano gli oggetti macroscopici non funzionano allo stesso  modo con le particelle microscopiche.

La nascita della fisica quantistica è attribuita allo studio del 1900 di Max Planck.

Quantum” viene dal Latino e significa “quanto”.  E’ la quantità minima di una grandezza fisica che può esistere in modo indipendente, in particolare una quantità discreta di radiazione elettromagnetica. In questo contesto discreto è il participio passato di discernere, che significa separare, cioè separato, quindi non può essere ulteriormente separato.

Teoria dei quanti

Secondo la Teoria dei Quanti sia la luce che le particelle che costituiscono gli atomi e cioè gli elementi fondamentali  che compongono la materia  (quindi noi stessi e la realtà a noi manifesta) sono costituite da minuscoli concentrati di energia detti QUANTI, che  hanno una duplice natura: ondulatoria e corpuscolare.

Precisamente a livello subatomico la materia presenta le caratteristiche tipiche delle onde e solo all’atto dell’osservazione assume un comportamento corpuscolare.

Ad intuire la duplice natura, corpuscolare ed ondulatoria della materia fu il matematico e fisico Louis De Broglie (1892-1987) che ottenne il premio Nobel nel 1929.

Natura energetica e corpuscolare della materia

Le particelle subatomiche che formano la materia si manifestano soltanto all’atto dell’osservazione. Fino a quel momento, cioè fino a quando “qualcuno” non le osserva, esiste ‘solo’ il potenziale della particella sotto forma di un’onda energetica, che contiene in se tutte le possibilità.

All’atto dell’osservazione, una particella prende vita occupando una delle possibilità, solitamente quella che ci aspettiamo. L’aspetto sconvolgente ma anche illuminante di queste scoperte è che tutto l’universo e noi stessi siamo formati da particelle; le stesse particelle che esistono come materia quando le osserviamo ed esistono come onde di possibilità quando non le osserviamo.

Avviene qualcosa come nella costruzione di un ologramma: due raggi laser si incontrano formando una increspatura sulla pellicola che poi l’occhio vede come informazione tridimensionale.

Un’onda è un flusso. Per vedere, anche l’osservatore emette un flusso o onda. Quando i due flussi si incontrano nell’impatto si forma una cresta che viene percepita come particella, e tale rimane fino a quando viene mantenuto il flusso dello sguardo. Quando quest’ultimo cessa l’apparente particella scompare.

Questo significa che abbiamo a che fare con la creazione del mondo manifesto. E ognuno può creare il proprio mondo come desidera!

Leggi basilari della teoria dei quanti

Le leggi basilari della teoria dei quanti sono:

Non è possibile conoscere simultaneamente la velocità e la posizione di una particella quantistica, poiché quanto maggiore è l’accuratezza nel determinarne la posizione tanto minore è la precisione con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. L’indeterminazione non dipende dai limiti dei nostri strumenti, che comportano necessariamente una interazione più o meno grande con l’oggetto da sottoporre a misurazione, bensì rappresenta una caratteristica intrinseca della materia.

Se due particelle si fanno interagire per un certo periodo e quindi vengono separate, quando si sollecita una delle due in modo da modificarne lo stato, istantaneamente si manifesta sulla seconda una analoga sollecitazione a qualunque distanza si trovi rispetto alla prima. Tale fenomeno è detto “Fenomeno dell’Entanglement“.

Il fenomeno dell’entanglement viola il «principio di località» per il quale ciò che accade in un luogo NON può influire immediatamente su ciò che accade in un altro. Le particelle invece sono in grado di comunicare tra di loro trasmettendo ed elaborando informazioni. La comunicazione è istantanea.

Tunnel quantistico

Un altro incredibile fenomeno è il comportamento chiamato tunnel quantistico. Abbiamo detto che su scala  quantistica gli oggetti mostrano un comportamento ondulatorio.

Una particella ha una probabilità di attraversare spontaneamente una barriera arbitrariamente alta.
Se per esempio una particella quantistica muove contro una potenziale collina, la funzione d’onda che descrive la particella può estendersi verso l’altro lato della collina.

Questa onda rappresenta la probabilità di trovare la particella in una determinata posizione, il che significa che la particella ha la possibilità di essere rilevata sull’altro lato della collina, come se scavasse un tunnel attraverso la potenziale collina.

TEORIA DELLE STRINGHE

La teoria delle stringhe, ancora in fase di sviluppo, tenta di conciliare la meccanica quantistica con la relatività generale.

La materia è composta da minuscole corde vibranti in uno spazio di 11 dimensioni (10+1), dunque 7 in più rispetto allo spazio 3 D a noi noto (più la dimensione temporale).

Le stringhe potrebbero essere aggregate a membrane 3 D (o più) immerse in uno spazio molto più ampio (iperspazio). Ogni membrana è un universo distinto.

Secondo la teoria delle stringhe e delle superstringhe, le ipotesi di natura corpuscolare e ondulatoria della materia non sono alternative. A un livello più microscopico, la materia appare composta da particelle che in realtà sono aggregati di cariche energetiche. Ad una dimensione di analisi crescente, queste particelle si presentano composte da energia.

Il costituente primo della materia è quindi formato da stringhe di energia che vibrano ad una determinata frequenza o lunghezza d’onda caratteristica, e che si aggregano a formare particelle.

Gli infiniti universi paralleli potrebbero coesistere nello stesso continuum di dimensioni, vibrando però a frequenze differenti.

La teoria andrebbe a confermare la credenza buddista che tutto ciò che percepiamo come realtà è un’illusione. Materia e energia sono in realtà diverse risonanze di stringhe cosmiche, con coppie di quark che rappresentano estremità opposte di fili discreti. La materia non sarebbe altro che la frequenza nel ‘campo.’

Interpretazione dei molti mondi

Ma ritorniamo ancora all’interpretazione dei molti mondi. Questa teoria porta alla considerazione che tutte le storie alternative e future possibili sono reali, ognuna rappresentando un mondo o universo. Ogni possibile risultato quantistico è realizzato.

In parole semplici, c’è forse un numero infinito di universi, e ogni cosa che sarebbe potuta accadere nel nostro passato, ma non è accaduta, è invece accaduta nel passato di qualche altro universo.

Per ogni possibile risultato di un’azione, il mondo si divide in altrettante copie di se stesso. Si tratta di un processo istantaneo che Everett ha chiamato decoesione. Di fronte alla scelta se compiere un’azione piuttosto che un’altra l’universo si divide in due, così che ciascuna delle due azioni viene compiuta.

Un aspetto fondamentale della Teoria dei Molti Mondi è che ogni volta che l’universo si divide, la persona resta inconsapevole dell’esistenza di un’altra versione di se stesso nell’altro universo.

In tale teoria, noi non siamo in grado di influire sui risultati di un evento attraverso la semplice osservazione.

Interpretazione di Copenaghen

Benché l’interpretazione dei Molti Mondi abbia recentemente guadagnato enorme credito, molti fisici quantistici continuano a ritenere che l’interpretazione corretta sia quella di Copenaghen.

L’interpretazione di Copenaghen fu proposta per la prima volta nel 1920 dal fisico Niels Bohr.  Secondo tale interpretazione, una particella quantica non esiste in uno stato oppure in un altro, ma contemporaneamente in tutti gli stati possibili. E’ solo quando osserviamo il suo stato che la particella quantica è essenzialmente costretta a scegliere una fra le tante possibilità, ed è questo lo stato che noi osserviamo. Poiché potrebbe essere costretta ad assumere uno stato diverso ad ogni osservazione, ciò spiegherebbe il motivo del comportamento così imprevedibile di queste particelle.

Lo stato di un oggetto che esiste in tutti gli stati possibili viene chiamato superposizione. Il complesso di tutti i possibili stati in cui un oggetto può esistere – ad esempio, nel caso dei fotoni che si muovono in due diverse direzioni allo stesso tempo, in forma di onda o di particella – costituisce la “funzione d’onda” di quell’oggetto.

Tutte queste teorie sono molto affascinanti. Mi sono sempre chiesta perché vivo questa vita e non un’altra.  Secondo questa teoria tutte le possibilità sono realizzate, ma dal modo in cui osserviamo la realtà si concretizza una sola delle possibilità. C’è da diventare matti!

Teoria dell’attrazione

Come abbiao detto, secondo l’interpretazione di Copenaghen, una particella quantica esiste contemporaneamente in tutti gli stati possibili. E’ solo quando osserviamo il suo stato che la particella quantica è essenzialmente costretta a scegliere una fra le tante possibilità, ed è questo lo stato che noi osserviamo. E qui trova il suo fondamento la teoria dell’attrazione.  Attenzione ad interagire in modo corretto con la particella in modo che si concretizzi la possibilità da noi voluta.

Conoscere meglio le nostre potenzialità

Immaginiamo che le possibili azioni che non abbiamo scelto di attuare si siano sviluppate realmente in altri mondi, o che esistano ancora contemporaneamente dentro di noi in forma di potenziale, e proviamo a contattarle. Cerchiamo di immaginare i diversi “noi stessi”, quelli che avremmo potuto essere se avessimo fatto scelte diverse. Come diceva Jung, il non espresso ora lo abbiamo cacciato nell’ombra ma è sempre attivo, ha il suo potenziale di energia. Per il principio degli opposti, ogni pensiero produce il suo opposto che viene cacciato nell’ombra e negato. Ma, se poniamo l’attenzione su di esso e lo “osserviamo”, acquista una sua realtà.

Resistiamo alla tentazione di abbandonarci al rimorso, al rimpianto e alla rabbia. In ogni vita comunque avremmo avuto dolore e rimpianto.

Immaginiamo di incontrare questi altri noi stessi e di chiedere loro consigli e aiuto per migliorare la nostra situazione attuale.

Io l’ho fatto. Ho incontrato una me imprenditrice ed esperta di marketing in tailleur blu e tacchi alti con tanto di ufficio modernissimo, in uno dei palazzi a vetro sede di uffici nella city di Londra. Era estremamente cordiale, come se mi aspettasse. Le ho chiesto dei consigli e mi ha fornito una lista di cose che avrei dovuto fare.  Le ho lette nella fantasia, poi le ho subito scritte e nel tempo le ho fatte.

Sono rimasta nella mia “dimensione” di sempre, ma mi sono divertita molto con questo gioco. Ogni volta che andavo a trovarla scoprivo nell’immensa torre di vetro piena di uffici stanze con altre me che mi aspettavano. L’ho chiamato la Torre del Potenziale.

Se non ci si lascia prendere dai rimpianti e dai rimorsi o peggio ancora dalla rabbia, questa tecnica è proprio divertente!

Anche utile. Solo un consiglio, cercate di porre l’attenzione sulle potenzialità inespresse ma positive altrimenti son guai 🙂

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

 

Una risposta a “La teoria dei quanti si può applicare alla psicologia”

  1. Ma che ti “frega” vivere o supporre di vivere un’esistenza che non esista, se non nella tua immaginazione delle multi-università dei mondi parallelati?
    L’ osservatore attento cerca di sapere,di conoscere,di leggere ciò ch’è stato scritto,
    Il bello della vita consiste proprio nel cercare sempre di percorrere quel cammino solitario della propria conoscenza cercando ovunque la presenza di Dio.
    Se l’accetterà almeno nel proprio se’, potrà allora concepire che la vita di ciascuno di noi esseri umani, non fa’ parte che di un ameno capitolo di un libro senza mai la fine.

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