Conoscere la propria Ombra per andare verso la pace

Come premessa per parlare dell’Ombra e di quanto sia importante la trasformazione di noi stessi per un mondo sempre più in pace, parleremo dei tre principi della dinamica della psiche, postulati da Carl Gustav Jung.

Primo principio

Il primo è il principio degli opposti, secondo cui ogni desiderio suggerisce il suo opposto. Per ogni azione c’è una reazione opposta e contraria. Ogni pensiero produce il suo opposto. Se pensiamo qualcosa di buono, dentro di noi pensiamo anche al suo opposto, cioè qualcosa di cattivo. Questo deriva dalla natura dualistica del mondo. Non possediamo il concetto di bene se non in contrapposizione al concetto di male, non c’è luce senza buio, né giorno senza notte.

Secondo Jung è proprio questa opposizione che crea l’energia o la libido nella psiche. Come due poli di una batteria, un contrasto forte produce una forte energia e un contrasto debole una debole energia.

Secondo e terzo principio

Il secondo principio è quello dell’equivalenza. Ad ogni “polo” opposto viene distribuita una quantità di energia uguale.  Il terzo principio è quello dell’entropia, cioè la tendenza degli opposti ad unirsi, con il decrescere o la ridistribuzione dell’energia, nel corso della vita di una persona.

Per esempio da giovani tendiamo ad essere estremi, e quindi tendiamo ad avere molta energia. Per esempio gli adolescenti tendono ad esagerare le differenze tra maschile e femminile. Diventando adulti ed andando avanti negli anni ci accorgiamo di portarci dentro un misto di tutto. Diventiamo più androgini e riconosciamo di essere un misto di bene e male. Jung chiama questo processo di unire gli opposti trascendenza.

L’Ombra

La natura stessa della vita crea quello che Jung chiama Shadow, o Ombra. Scegliere di essere in un modo significa non essere nell’altro. Ad esempio, scegliere di essere buoni significa privarsi dell’essere non buoni. Scegliere di essere gentili significa non essere maleducati. Sviluppare la carriera sportiva significa rinunciare a sviluppare talenti artistici. Le scelte indirizzano lo sviluppo della personalità in un senso. Tutte le emozioni a cui non abbiamo dato credito, tutte le azioni non scelte, tutta la vita non vissuta finiscono nell’Ombra.

La storia del Dr. Jeckyl e Mr. Hyde simbolizza la nostra natura. L’Ombra rappresenta tutto quello che è stato represso e negato e che non ha avuto possibilità di esprimersi. Robert Johnson chiama l’ombra “…il nostro gemello psichico che ci segue come l’immagine di uno specchio”. Potenziali noi stessi totalmente all’opposto di quel noi stessi di cui siamo coscienti. Fantascientifico ma plausibile.

L’Ombra contiene emozioni negative non socialmente accettate come rabbia, impulso sessuale, istinto a mentire e rubare e i nostri desideri e impulsi più inaccettabili, per cui proviamo vergogna. Contiene anche i talenti a cui non abbiamo dato mai la possibilità di esprimersi.

In altre parole, la parte della propria personalità che una persona non vuole vedere di sé, che non è compresa nell’idea che una persona ha di se stessa.

Integrare l’Ombra

Negare una parte di sé non comporta certo che questa scompaia. Semplicemente viene relegata nell’inconscio dove continua ad influenzare la persona con complessi e nevrosi. Secondo Jung la soluzione non è reprimere ma conoscere e integrare questo materiale psichico.

Se l’emozione negativa viene conosciuta, accettata e ricordata, allora viene integrata dalla coscienza e l’energia di cui è portatrice  è investita in modo positivo. Se invece pretendiamo di non aver mai avuto quel desiderio, se lo neghiamo o lo reprimiamo, l’energia andrà a sviluppare un complesso.

Un complesso infatti è un insieme di pensieri repressi ed emozioni che si accorpano attorno al tema di un certo archetipo (definito anche immagine istintiva), molto spesso quello della madre o del padre. I complessi interferiscono con le intenzioni della volontà e disturbano le decisioni coscienti; agiscono come sabotatori, possono provocare ossessioni o influenzare discorsi e azioni in modo inconscio. Agiscono con una loro vita autonoma e alla fine ci “possiedono”. Generalmente nascono da un trauma o uno shock emotivo; certamente una delle cause più comuni è un conflitto morale, che apparentemente deriva dall’impossibilità di esprimere la nostra natura nella sua completezza.

Quindi se il suo contenuto non viene consapevolizzato l’Ombra comincia ad avere una vita propria, manifestandosi in momenti in cui le difese della coscienza sono abbassate e possono portare la persona a comportarsi in modo inaspettato.

Finché non è accettata con amore e comprensione l’Ombra ci rovina la vita, rendendoci vittima di complessi, eccessi e dipendenze. E, fondamentale, più la si nega più si ingrandisce. Se cerchiamo di integrarla invece abbiamo una espansione della coscienza.

proiettare l’Ombra

L’Ombra comunque continua a manifestare i suoi contenuti nei sogni  e nelle fantasie, proprio affinché la coscienza venga in contatto con questo materiale e possa dargli attenzione ed integrarlo. Una gran parte del lavoro dell’inconscio, infatti, è farsi sentire per mezzo di sogni e fantasie perché il suo contenuto sia consapevolizzato e integrato.

Lo sforzo di reprimere l’Ombra blocca gran parte dell’energia psichica che può causare una depressione. Ancora peggio, in quanto pericoloso, è il meccanismo di proiezione dell’Ombra sul mondo esterno.

Proiezione significa una specie di inconscia identificazione con una persona o sue caratteristiche. E’ un meccanismo di difesa per cui una persona inconsciamente nega suoi pensieri, caratteristiche, emozioni che sono invece attribuite al mondo esterno, di solito ad altre persone. In questo  modo si crede che siano gli altri la causa delle proprie emozioni o sentimenti. Il suo scopo è proprio di ridurre l’ansia perché permette l’espressione di impulsi e desideri inconsci senza che la coscienza li riconosca come propri.

La proiezione dell’Ombra alimenta la guerra

La proiezione dell’Ombra è essa stessa l’espressione immediata, la rivelazione e l’operato dell’Ombra. E’ il processo per cui uno demonizza i suoi nemici, nella convinzione che “loro” sono dei mostri inumani che hanno bisogno di essere distrutti e, se diventa collettivo, è quel meccanismo che alimenta la guerra.

Con il meccanismo della proiezione noi ci dividiamo e cerchiamo di liberarci da una parte di noi stessi, che in sé è un atto di violenza verso noi stessi.  Noi intendiamo dissociarci da quella parte e ci dividiamo, considerando con repulsione l’altra parte di noi stessi. Gettiamo la nostra negatività all’esterno e la vediamo solo negli altri. L’atto di violenza sull’altro non è altro che un atto di violenza verso una parte di noi stessi.

Non ci accorgiamo che gli aspetti negativi dell’altro sono parti dell’altro messi “in luce” dalla nostra proiezione, come dire che tendiamo a vedere nell’altro ciò che rifiutiamo in noi stessi e con un puro atto di follia tentiamo di distruggerlo e liberarcene.

Quando le proiezioni sono un fenomeno collettivo

La proiezione dell’Ombra può essere un fenomeno collettivo, di un’intera nazione. L’Ombra viene proiettata su un nemico comune e come in un vero e proprio sogno gettiamo fuori di noi quello che non vogliamo vedere di noi stessi per combatterlo.

Separarci dalla nostra parte buia e proiettarla all’esterno, per Jung, ” crea una situazione molto pericolosa in quanto gli effetti disturbanti sono ora attribuiti a una volontà malvagia fuori di noi, che naturalmente non si trova ovunque, ma nel nostro vicino …. Questo porta a deliri collettivi, incidenti, rivoluzioni, guerra, in una parola, alla psicosi distruttiva di massa.”

Dissociarsi dal buio dentro di noi e proiettarlo sull’altro per Jung è proprio una psicosi, pura follia. Intendiamo liberarci dal diavolo dentro di noi e finiamo per ricrearlo nel mondo esterno.

La proiezione dell’Ombra è reciproca. Nello stesso tempo in cui proiettiamo l’Ombra sul nostro avversario, lui proietta la sua su di noi.

Questa è per Jung la vera natura della guerra.

Ma Jung dice:” La psicologia dell’individuo si riflette sulla psicologia della nazione. Le azioni e le idee di una nazione sono fatte dalle azioni e le idee di ogni singolo individuo, e se l’individuo continua ad avere un atteggiamento sbagliato continuerà ad averlo anche la nazione. Solo un cambiamento di atteggiamento dell’individuo può iniziare un  vero cambiamento nella psicologia della nazione. I grandi problemi dell’umanità non sono mai stati risolti dalle leggi ma da un rigenerazione dell’atteggiamento degli individui.

Trasformare se stessi e il mondo

Abbracciare e accettare la parte buia di noi stessi comincia un processo di trasformazione nella parte buia dell’intero mondo. Ognuno di noi deve imparare a non proiettare la sua Ombra all’esterno, solo così ci può essere la luce e la pace tra i popoli.

L’integrazione delle parti sconosciute di sé diventa allora, per l’individuo che realmente persegue la pace tra i popoli, un vero e proprio impegno quotidiano.

Quello che siamo determina quello che vediamo negli altri. Gli altri, e i nostri sentimenti verso di loro, sono solo uno specchio per noi. Quello che non ci piace degli altri riflette quello che una parte “giudicante” e ferita di noi stessi non ama di noi. Noi insomma non permettiamo a noi stessi di avere certi atteggiamenti e di conseguenza non ci piacciono gli altri che li esprimono. Sia chiaro è un meccanismo di difesa! Quello che non ci piace di noi lo vediamo negli altri e ci convinciamo di non averlo noi, sentendoci così sollevati. In definitiva, più il nostro livello di autostima è basso, più tendiamo a denigrare gli altri.

E’ come un gioco: riflettere su quello che non ci piace degli altri ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e accettare parti di noi che giudichiamo inconcepibili. La prima persona che dobbiamo esaminare siamo noi stessi. Le persone che non sanno quello che sono realmente rovinano le relazioni con gli altri!

Fortunatamente quando guardiamo le altre persone non vediamo solo le cose che non ci piacciono ma anche le qualità che apprezziamo in loro. Questo significa che gli altri sono anche lo specchio di quello che apprezziamo in noi stessi ma ci vietiamo di vederlo e di svilupparlo.

L’amore ci permette di vedere nell’altro quello che c’è in noi di positivo, nascosto, e che andiamo cercando. Al contrario l’odio ci permette di vedere le qualità ritenute negative che sono in noi ma che rifiutiamo.

In ciascuno caso riflettere su questo ci porta a conoscere meglio noi stessi e apprezzare gli altri. Giorno dopo giorno un passo collettivo verso la pace.

Alexia Meli La ricerca di se stessi

Foto di Iván Tamás da Pixabay

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.